Ecobonus 110%, le caratteristiche di reazione al fuoco del rivestimento a cappotto

L’introduzione del SuperBonus110% ha portato a un aumento del ricorso alle soluzioni tecniche di rivestimento capotto in facciata. Tali interventi possono coinvolgere realtà condominiali che per tipologia rientrano nelle attività soggette al controllo da parte dei Vigili Del Fuoco e devono quindi rispettare le prescrizioni antincendio per le facciate. Premesso che tali prescrizioni valgono per tutte le attività soggette a prevenzione incendi, nell’articolo vengono affrontati i temi della reazione al fuoco dei sistemi a cappotto, il quadro normativo, le responsabilità di impresa e progettista e la documentazione che la direzione lavori deve richiedere.

 

Sistema a Cappotto e Reazione al fuoco

L’utilizzo del sistema di isolamento a capotto è una soluzione diffusa che può essere realizzata in diverse tipologie di materiale tra i quali si possono citare a titolo esemplificativo EPS, XPS, lana di roccia, lana di legno, lana di vetro, sughero, ecc..

La crescente richiesta e posa in opera di cappotti termici, unita ad alcuni gravi incendi avvenuti in ambito internazionale, ha aumentato la sensibilità verso la problematica degli incendi in facciata sia da parte dei Vigili del Fuoco che da parte dei progettisti.

Si sottolinea sin da subito come dal punto di vista della prevenzione incendi, tutti i cappotti possono essere utilizzati a patto di rispettare la Linea Guida dei VVF: Guida per la determinazione dei “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”. Un cappotto in EPS di qualità, ben progettato e ben posato in opera, garantisce il pieno rispetto dei requisiti di reazione al fuoco richiesti dalla normativa.

 

Reazione al fuoco

Nel DM 18 Ottobre 2019, la strategia per la reazione al fuoco è affrontata al capitolo S.1. Si tratta di una strategia fondamentale per ridurre il rischio di incendio e limitare la propagazione dello stesso.

Per completezza si riporta l’estratto del DM 18 Ottobre 2019, riguardante la definizione di reazione al fuoco riportata al Capitolo G.1.13:

Reazione al fuoco: una delle misure antincendio di protezione da perseguire per garantire un adeguato livello di sicurezza in condizioni di incendio ed in particolare nella fase di prima propagazione dell’incendio (pre-flashover).

Essa esprime il comportamento di un materiale che, con la sua decomposizione, partecipa al fuoco al quale è stato sottoposto in specifiche condizioni. In particolare al paragrafo S.1.7 viene esplicitamente trattato il tema della reazione al fuoco delle facciate, si riporta testualmente:

“Sulle facciate devono essere utilizzati materiali di rivestimento che limitino il ri­schio di incendio delle facciate stesse nonché la sua propagazione, a causa di un eventuale fuoco avente origine esterna o origine interna, per effetto di fiamme e fumi caldi che fuoriescono da vani, aperture, cavità e interstizi.”

Segue successivamente Nota che cita testualmente:

Utile riferimento è costituito dalle circolari DCPST n. 5643 del 31 marzo 2010 e DCPST n. 5043 del 15 aprile 2013 recanti guida tecnica su "Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”.

Si sottolinea come la reazione al fuoco di un materiale debba essere certificata attraverso prove di laboratorio effettuate presso enti accreditati.

 

Requisiti di reazione al fuoco delle facciate negli edifici civili

Per quanto riguarda la reazione al fuoco delle facciate il riferimento da prendere in considerazioni è Linea Guida dei VVF: Guida per la determinazione dei “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”. Dal punto di vista normativo sono previsti comunque evoluzioni nei prossimi mesi, dato che alla data odierna e già circolata in bozza la RTV 12: Chiusure d’ambito degli edifici civili, che riprende molte parti della linea guida, approfondendone le tematiche.

Nel Capitolo 4 della linea guida “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili” sono riportati i requisiti di reazioni il fuoco.

In particolare viene richiesta una reazione al fuoco per i rivestimenti in facciate pari a:

CLASSE B-s3-d0. In accordo decisione della Commissione Europea 2000/147/CE del 8 febbraio 2000.

Nella linea guida sono anche riportate altre importanti informazioni che si riassumono in breve:

  • La predetta classe di reazione al fuoco, nel caso in cui la funzione isolante della facciata sia garantita da un insieme di componenti unitamente commercializzati come kit, deve essere riferita a quest'ultimo nelle sue condizioni finali di esercizio.
  • I prodotti isolanti, con esclusione di quelli posti a ridosso dei vani finestra e porta-finestra per una fascia di larghezza 0,60 m e di quelli posti alla base della facciata fino a 3 m fuori terra, possono non rispettare i requisiti di reazione al fuoco richiesti purché siano installati protetti, anche all'interno di intercapedini o cavità, secondo le indicazioni seguenti:
    1. Prodotto isolante C-s3-d2 se protetto con materiali almeno di classe A2;
    2. Prodotto isolante di classe non inferiore ad E se protetto con materiali almeno di classe A1 aventi uno spessore non inferiore a 15 mm.
    3. Soluzioni protettive ulteriori, possono essere adottate purché supportate da specifiche prove di reazione al fuoco su combinazione di prodotti (supporti, isolanti, protettivi) rappresentativi della situazione in pratica che garantiscano una classe di reazione al fuoco non inferiore ad 1 ovvero a B-s3-d0
  • Le guarnizioni, i sigillanti e i materiali di tenuta, qualora occupino complessivamente una superficie maggiore del 10% dell'intera superficie della facciata, dovranno garantire gli stessi requisiti di reazione al fuoco indicati per gli isolanti.
  • Tutti gli alti componenti della facciata, qualora occupino complessivamente una superfice maggiore del 40 % dell’intera superfice della facciata, dovranno garantire gli stessi requisiti di reazione al fuoco indicati per gli isolanti.
  • Qualora elementi metallici (staffe, perni, viti, ecc) o impianti, suscettibili in condizioni di esercizio di raggiungere temperature superiori a 150°C, attraversano prodotti isolanti che non rispettano i requisiti di reazione al fuoco richiesti, è necessario separare tali elementi dal contatto diretto con il prodotto isolante.

In Figura 1 è riportata la foto di un test di reazione al fuoco richiesto per raggiungere la classificazione di reazione al fuoco richiesta.

Figura 1 “Esempio di test di reazione al fuoco”

 

L’importante concetto di KIT

Per quanto riguarda la reazione al fuoco, un concetto molto importante per i prodotti da costruzione è il concetto di KIT. In Figura 2 è riportato l’estratto della Linea Guida dei VVF.

Per quanto riguarda il cappotto il KIT è rappresentato da tutti i componenti e i materiali del ciclo di posa, dalla lastra alla finitura finale. Si sottolinea come, nei certificati dei produttori che hanno effettuato i testi di reazione al fuoco necessari, tutto il KIT sia testato e inserito nel report della prova e nel certificato stesso.

Per questo motivo è strettamente necessario, che per non far decadere la certificazione, siano utilizzati tutti i materiali e il ciclo di posa indicati nel KIT certificato.

Figura 2 “Estratto della Linea Guida dei VVF: il concetto di KIT”

 

Quali materiali si possono utilizzare rispettando i requisiti di prevenzione incendi?

La risposta è immediata ed è tutti. Tralasciando ovviamente tutti gli altri aspetti che possono concorrere alla scelta di un cappotto in un materiale piuttosto che in un altro, dal punto di vista della prevenzione incendi tutti i materiali possono essere usati a patto che rispettino le prescrizioni contenute nella linea guida.  In riferimento alla classificazioni di reazione al fuoco B-s3-d0 e ricordando il concetto di KIT anche un cappotto in materiale combustibile come l’EPS o XPS, con opportuna finitura può raggiungere tale prestazioni di reazione a fuoco. Tale condirezione si basa sull’assunto che i capotti in questione siano in possesso di adeguata certificazione di reazione al fuoco e che siano posati a regola d’arte.

 

Responsabilità della direzione lavori, del progettista antincendio e dell’impresa

In base alla definizione di KIT e dell’obbligo di corrispondenza in opera con quanto indicato nel certificato di reazione al fuoco, è evidente che la posa in opera ricopre un ruolo importante e che comporta l’assunzione di responsabilità da parte del posatore.

A titolo esemplificativo, in Figura 3, viene riportato l’estratto di un certificato di reazione al fuoco di un  cappotto, riguardo un ciclo di finitura. Per garantire la certificazione dovranno essere utilizzati tutti i prodotti indicati nella colonna “Product”. Oltre a posare in opera i materiali indicati nel certificato, occorre seguire scrupolosamente quanto indicato nel manuale di posa dell’azienda, che di fatto, sono le istruzioni per garantire il risultato ottenuto nel test di reazione al fuoco.

 

Figura 3 “Esempio di un certificato di reazione al fuoco di un cappotto”

 

Responsabilità dell’impresa

L’impresa è tenuta a posare in opera esclusivamente i materiali indicati nel certificato, occorre infatti seguire scrupolosamente quanto indicato nel manuale di posa dell’azienda, che di fatto, sono le istruzioni per garantire il risultato ottenuto nel test di reazione al fuoco.

Al termine dei lavori è tenuta a rilasciare il certificato di corretta posa in cui specifica i materiali utilizzati.

 

Responsabilità progettista antincendio

Il progettista antincendio ha la responsabilità di scegliere e verificare materiali e soluzioni adeguate, rispondenti ai requisiti di prevenzione incendi richiesti. In fase di certificazioni finale è tenuto a compilare al relativa DICHIARAZIONE INERENTE I PRODOTTI IMPIEGATI (DICH.PROD) e allegarlo alla SCIA Antincendio. 

 

Responsabilità direzione lavori

La direzione lavori, oltre alle responsabilità afferenti al ruolo deve controllare le certificazioni del sistema cappotto scelto o proposto e la corretta esecuzione delle opere. I certificati di reazione al fuoco del capotto devono essere emessi da laboratori accreditati e presentati dai fornitori; devono comprendere tutti i componenti che saranno successivamente posti in opera (pannello isolante, rete, ciclo di finitura, ecc..)

 Esistono sul mercato pannelli termoisolanti prefiniti in EPS come per esempio ECAP di Edilteco che scaricano di responsabilità il posatore e forniscono maggiori garanzie al progettista e alla direzione lavori. Questi tipologia di pannelli infatti esce dallo stabilimento con applicato già il primo strato di rasatura e la rete. In questo modo sono scongiurati gli errori di posa del primo strato di rasatura che dal punto di vista della reazione al fuoco è sicuramente fondamentale. In Figura 4 viene riportato un esempio di come si presenta un pannello di questo tipo.

 

Figura 4 “Esempio di un pannello prefinito”

 

Conclusioni

Nel presente articolo è stato affrontato il tema della reazione al fuoco delle facciate. Il tema è attuale ed è importante sensibilizzare il mercato. I requisiti appena affrontati sono obbligatori in tutte quelle attività che sono soggette a prevenzione incendi. Il fatto che l’isolamento termico sia maggiormente richiesto in attività quali condomini, scuole, ospedali, uffici, teatri, cinema, ecc. rende il rispetto di tali Linee Guida fondamentale. Dal punto di vista della prevenzione incendi, infatti, sono attività che occorre progettare con particolare attenzione in quanto al loro interno sono spesso presenti affollamenti elevati.

I requisiti richiesti hanno come conseguenza l’obbligo per il progettista antincendio e la direzione lavori di prescrivere e controllare che i materiali scelti siano adeguati e obbligano contestualmente l’impresa ad assumersi la responsabilità dell’opera che sta eseguendo.

 

AUTORE: Diego Cecchinato, Ingegnere Antincendio presso studio di ingegneria antincendio Safety Fire